In Evidenza / Highlights
 

26/10/2010
La nuova cultura della gestione dei conflitti nella società globalizzata
F.P. Provincia Autonoma di Bolzano
Sabato 13 Novembre ore 9.00
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26/10/2010
Intervista a Davide Berruti
"Telegrammi", numero 348 del 19 ottobre
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26/10/2010
Teaching mediation. EUTOPIA-MT: conflict management through digital worlds
The new book about EUTOPIA-MT project
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08/09/2010
Ora basta !!!
Laboratorio sulla gestione costruttiva
dei conflitti e delle relazioni di R. Tecchio
Roma, a partire da Ottobre 2010
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31/08/2010
Call for students at University of Trieste
MA for International Peace Operators
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 La strategia:
dalla capacitazione al dialogo
 
 


L’empowerment, che in italiano si può rendere con il termine “capacitazione”, consiste nel rafforzare la situazione interna ed esterna degli attori di pace.

Per interna, si intende:
- maggiore consapevolezza del proprio ruolo
- maggiore determinazione nell’affrontare il processo di dialogo e/o riconciliazione
- maggiore capacità di focalizzare le strategie necessarie
- maggiore capacità di trovare gli strumenti per mettere in atto le strategie
- aumento del know-how
- crescita delle risorse umane, logistiche ed economiche

Per esterna, si intende:
- maggiore visibilità politica e sociale
- maggiore fiducia da parte della popolazione
- riconoscimento da parte degli attori del conflitto come “interlocutore” sociale e/o politico
- miglioramento dell’interlocuzione nel conflitto con gli altri attori/pacificatori
- miglioramento dell’interlocuzione nel conflitto con le parti
- ruolo internazionalmente riconosciuto

La capacitazione degli attori di pace è estremamente importante per far scattare quella prima fase di dialogo che viene sotto il nome di confidence building (costruzione della fiducia). Le misure di costruzione della fiducia possono essere:
- de-costruzione del pregiudizio
- analisi delle vere cause del conflitto
- riconoscimento del “nemico” come attore complesso e composito
- riconoscimento di una storia/cultura/tradizione comune
- riconoscimento dell’altra parte come interlocutore
e solo in ultima analisi si può arrivare a :
- dialogo
- attività multi-etniche

Le attività di confidence building, a loro volta, sono propedeutiche ad un’azione di diplomazia popolare, anzi possiamo senz’altro dire che sono il primo passo di un percorso di diplomazia cosiddetto “dal basso” costituito dalle seguenti fasi:
- confidence building (fase di approccio)
- costruzione del dissenso alla guerra (pars destruens)
- costruzione del consenso alla pace (pars costruens interna)
- preparazione di accordi di pace paralleli (pars costruens esterna)
- interlocuzione con i governi a tutti i livelli (pars costruens pubblica)

Va precisato che le azioni di diplomazia popolare si concentrano spesso in una sola delle fasi illustrate per molti anni, e spesso devono affrontare la violenta opposizione delle parti politiche e militari in conflitto, in un contesto di forte precarietà e limitatezza. Ciononostante, le esperienze fatte in questi anni ci insegnano che le società civili dei paesi in conflitto hanno bisogno e fanno affidamento sul sostegno della società civile internazionale e che senza questo sostegno le sorti di molti conflitti sarebbero ben peggiori.

 
     
 
 
     
   
   
 

 



 
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